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Disfunzione dell’articolazione Sacroiliaca e Mal di Schiena

  • Immagine del redattore: Cristiano Quaglia
    Cristiano Quaglia
  • 2 gen 2022
  • Tempo di lettura: 4 min


In questo articolo approfondiremo le problematiche legate alla Disfunzione dell’articolazione Sacroiliaca e le sue implicazioni con il Mal di Schiena. Che cosa è l’articolazione Sacroiliaca? Le articolazioni Sacroiliache si trovano alla base della colonna vertebrale nel punto in cui l’osso Sacro si articola con le ossa Iliache (ossa del bacino). Queste articolazioni sono molto rigide e permettono solo pochi gradi di movimento in quanto devono fornire la stabilità necessaria al mantenimento della stazione eretta e allo stesso tempo della locomozione. Queste articolazioni possono diventare troppo mobili o troppo rigide e causare dolore a seguito di un trauma o a causa di una eccessiva lassità dei legamenti. Si parla in questi casi di “Disfunzione della Sacroiliaca”. Una disfunzione all’articolazione sacroiliaca si manifesta con mal di schiena associato a dolore all’inguine, al gluteo e lungo la parte posteriore della coscia. In alcuni casi il dolore può arrivare fino al piede simulando la sciatica (in questo caso viene definita appunto con il termine “falsa sciatica”). Una corretta mobilità di queste articolazioni, associata ad una buona stabilità del bacino, sono necessarie per prevenire infortuni ed evitare l’insorgere di dolori.

Quali sono le cause della disfunzione all’articolazione Sacroiliaca? Le disfunzioni all’articolazione Sacroiliaca rientrano in 2 grandi categorie: Eccessiva mobilità o Instabilità Ridotta mobilità o Rigidità Problematiche relative all’eccessiva mobilità sono le più comuni e verranno discusse in seguito in questo articolo. La ridotta mobilità è generalmente associata con patologie che tendono ad irrigidire l’articolazione sacroiliaca come per esempio la Spondilite Anchilosante.

Che cosa causa l’eccessiva mobilità dell’articolazione Sacroiliaca? L’articolazione sacroiliaca come già accennato dovrebbe permettere solo pochi gradi di movimento. La stabilità anche in questo caso, così come accade per la maggior parte delle articolazioni del nostro corpo, è fornita dai muscoli che la circondano e nello specifico dai glutei e dai muscoli addominali profondi che costituiscono il core. Come dimostrano molti studi scientifici quando questi due gruppi di muscoli sono deboli o comunque non svolgono in maniera corretta il proprio compito, le articolazioni sacroiliache diventano vulnerabili a eccessivi gradi di movimento e possono generare dolore.

Quali sono i sintomi della disfunzione all’articolazione Sacroiliaca? La disfunzione alla sacroiliaca si manifesta con uno o più dei seguenti sintomi: il dolore peggiora quando si cammina o si rimane in piedi e migliora in alcuni casi quando ci si sdraia accavallare le gambe e rimanere sdraiati su un fianco per lungo tempo causa dolore anche piegarsi in avanti, salire le scale, camminare in salita e mettersi in piedi da posizione seduta provoca dolore

Come viene diagnosticata una disfunzione all’articolazione Sacroiliaca? Poichè una disfunzione all’articolazione sacroiliaca ha una manifestazione clinica molto simile ad altre problematiche muscoloscheletriche quali Ernia del disco, Sindrome del Piriforme, e Sindrome delle Faccette Articolari, durante la prima visita è fondamentale effettuare una valutazione molto accurata per impostare il piano di trattamento più adeguato. Una X-ray è poco utile per giungere alla diagnosi. La Risonanza Magnetica può mostrare segni di infiammazione all’articolazione Sacroiliaca e in ogni modo è utile per escludere altre patologie. Il miglior metodo per identificare una disfunzione all’articolazione sacroiliaca rimane la valutazione funzionale, che include sia test ortopedici che osteopatici, in aggiunta alle informazioni raccolte durante l’anamnesi.

Quale è il trattamento in questo caso? Fase I – Diminuzione del dolore Il primo obiettivo del trattamento è quello di ridurre l’infiammazione e di conseguenza il dolore. Ghiaccio e tecniche che rilassano le strutture infiammate sono dunque molto utili in questa fase. Il medico di famiglia può in alcuni casi prescrivere anti-infiammatori per velocizzare questo processo. Le tecniche che più comunemente utilizzo in questi casi sono: Tecarterapia, Dry Needling, Kinesiotaping e Massoterapia.

Fase II – Ristabilire la mobilità articolare e la forza Quando sia il dolore che l’infiammazione si sono ridotti il passo successivo è quello di ristabilire il giusto allineamento della pelvi, la corretta mobilità articolare del tratto lombare e degli arti inferiori e la funzionalità dei muscoli che stabilizzano il bacino. Il mio piano di trattamento in questa fase include dunque manipolazioni articolari e vertebrali ed esercizi funzionali di Dynamic Neuromuscolar Stabilization (DNS) per riattivare i muscoli del core.

Fase III – Ritorno alla completa attività Una volta ristabilita sia la mobilità che la stabilità del bacino il piano di trattamento continua con lo scopo di riportare gradualmente il paziente a svolgere le normali attività di vita quotidiane e sportive, siano esse fare una semplice passeggiata al parco o al negozio sotto casa oppure correre una maratona. Il lavoro in questa fase è mirato a migliorare la postura, la propriocezione, l’equilibrio e lo schema del passo oltre che incrementare ulteriormente la funzione dei muscoli stabilizzatori del bacino.

Fase IV – Prevenire ricadute Le disfunzioni all’articolazione sacroiliaca tendono purtroppo ad essere ricorrenti. La ragione principale per la quale questa problematica si ripresenta è molto spesso una insufficiente riabilitazione della muscolatura del core. Inoltre è importante ristabilire un corretta biomeccanica della colonna vertebrale, delle anche e le estremità inferiori. Infine è fondamentale che al paziente vengano insegnati alcuni esercizi di auto-trattamento per evitare ricadute.

Altre opzioni di trattamento: L’instabilità dell’articolazione sacroiliaca in alcuni casi potrebbe richiedere l’ausilio di alcuni supporti almeno fino a quando la muscolatura del core non sia in grado di stabilizzare il bacino. Se l’instabilità non può essere corretta rinforzando la muscolatura del core è necessario ricorrere ad una supporto specifico di stabilizzazione. Per qualsiasi domanda contattami pure.

 
 
 

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